
Tirocini
Il Museo è disponibile alla collaborazione con studenti iscritti a università, corsi di dottorato, scuole di specialità (italiane e straniere), istituti secondari e corsi di formazione professionale.
Per poter effettuare un tirocinio è necessario attivare una convenzione tra l’ente di formazione di appartenenza e la Fondazione Accorsi-Ometto.
Per maggiori informazioni, rivolgersi a: didattica@fondazioneaccorsi-ometto.it
Qui sotto puoi leggere le esperienze di chi ha già svolto il tirocinio con noi.
L’ESPERIENZA IN MUSEO

Stefania Trapani
“A suon di musica”
Sono Stefania, una studentessa al secondo anno di storia dell’arte all’università Ca’ Foscari.
Quest’estate ho avuto la bella opportunità di svolgere il mio tirocinio presso la Fondazione Accorsi-Ometto, Museo di Arti Decorative nel centro della mia città, Torino. Era mio interesse conoscere e approfondire i beni culturali torinesi e scoprire questo museo che ospita la strabiliante collezione Accorsi-Ometto composta da arti decorative, mobilio, pitture, suppellettili, strumenti musicali.
È stata un’esperienza unica che ha arricchito le mie conoscenze sui secoli XVIII-XIX e la mia passione per questi contesti.
Ho conosciuto la straordinaria figura dell’antiquario Pietro Accorsi e ho potuto sorvegliare le sale del museo, passando ore a tu per tu con opere delle più svariate tipologie, della collezione permanente e della mostra in corso. Questo incarico mi ha permesso di sperimentare l’interazione con i visitatori. Ho anche assistito ad alcune visite guidate e alla loro preparazione.
Il mio lavoro inoltre consisteva nel preparare un percorso didattico introduttivo per gli studenti delle scuole secondarie sul tema della musica nei secoli XVII-XVIII: ho potuto esplorare così un ambito affascinante delle arti e sfruttare le mie capacità di ricerca.
Durante il mio stage sono stata seguita da Laura, Alessia, Giuseppina e da tutto il personale, sempre attento e accogliente, che ringrazio di cuore per aver reso questo periodo indimenticabile! Grazie alla guida professionale e all’affetto di ogni membro della Fondazione ho passato settimane formative, stimolanti e di felici scoperte, che ricorderò per sempre e che mi permetteranno sicuramente di orientarmi nelle scelte lavorative.

Francesca Repole
A tu per tu con l’arte
Mi chiamo Francesca, sono una studentessa del secondo anno di Laurea Magistrale in Culture Moderne Comparate e ho 24 anni. Recentemente ho terminato il mio percorso di tirocinio presso il Museo Accorsi-Ometto. Le proposte di enti dove svolgere un tirocinio erano molte, ma sono stata guidata nella scelta dalla bella esperienza vissuta in precedenza come visitatrice. Sono stata infatti colpita dalle belle mostre, oltre che dalla ricca collezione permanente e dalla competenza offerta dallo staff del museo.
Spinta da queste motivazioni ho chiesto di poter svolgere qui questo percorso e la scelta, posso dire a posteriori, è stata davvero fortunata.
Ho potuto sperimentare il lavoro d’ufficio presso la sezione Didattica del museo, che mi ha fornito utili competenze al fine di progettare un percorso adatto ai più piccoli in relazione alla mostra temporanea “Venezia nel ‘700”. Le ore alla fondazione sono state stimolanti e costruttive e sono davvero volate!
Un peso grande in questo mio giudizio più che positivo va senza dubbio attribuito al fatto che da subito sono stata accolta da persone gentili e premurose, oltre che ricche di informazioni e di conoscenze che hanno dispensato con tanta generosità e pazienza.
Sicuramente un ringraziamento speciale va alle tutor Giusi e Laura e anche ad Alessia, della Didattica, che mi hanno seguita con simpatia e professionalità, spingendomi a tirare fuori il mio lato creativo e le mie idee.
Questa esperienza rimarrà sempre nel mio cuore.

Gli studenti del Liceo Monti di Chieri
Gli studenti del Liceo Monti di Chieri all’opera in “Guida per un giorno”
I progetti di tirocinio PCTO al Museo Accorsi-Ometto sono esperienze corali che coinvolgono gruppi di studenti della scuola secondaria. L’obiettivo principale dello stage, oltre che permettere ai tirocinanti di vivere la sconosciuta realtà del “dietro le quinte” di un Museo, è quello di offrire una formazione sulla collezione permanente. Infatti, al termine del periodo di stage, i tirocinanti si cimentano in prima persona in una visita guidata di gruppo da rivolgere ad un pubblico di loro invitati, in cui ogni ragazzo mette in campo le nozioni acquisite e, inoltre, si mette alla prova con l’impatto emotivo dell’esposizione, raggiungendo una grande soddisfazione personale.
Ecco alcune delle impressioni degli studenti del Liceo Monti di Chieri:
“Questo stage per me è stata un’esperienza di crescita personale, per via del mio carattere timido e chiuso. Ho avuto anche modo di toccare con mano il mondo del lavoro, per me fino ad oggi sconosciuto”.
(Sara Iampietro)
“È stata un’esperienza immersiva, che mi ha permesso di approfondire l’arte settecentesca […]. Inoltre, ho sperimentato il lavoro di guida turistica e quindi ho provato cosa vuol dire parlare di fronte a tante persone”.
(Giulia Lupo)
“Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con un ambiente distante da quello che frequentiamo ogni giorno […]. Ci tengo molto a ringraziare le tutor e la Fondazione stessa per la disponibilità e per l’attenzione che hanno avuto nei nostri confronti”.
(Viola Marengo)

Alice Paquola
La mia esperienza “didattica” in Museo
Ciao! Sono Alice e frequento il corso di Didattica museale presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e ho da poco terminato il tirocinio curricolare alla Fondazione Accorsi-Ometto iniziato i primi di Ottobre 2022. Il tempo in queste settimane è volato! Me ne accorgo ora che con un pizzico di nostalgia e tanta soddisfazione ripercorro con il pensiero questa mia prima esperienza sul campo. L’idea di svolgere in questo museo il mio tirocinio è nata dalla curiosità di capire come poter affrontare oggi, all’interno di spazi che conservano il passato e contemporaneamente propongono vedute dinamiche sull’arte e sulla cultura, un percorso di visita e di esperienza didattica per bambini e ragazzi. Sono stata accolta e accompagnata da tutor veramente competenti ed entusiaste, pronte a condividere con giovani studenti la loro passione. Giusi e Laura mi hanno seguito ed incoraggiato durante tutto il percorso di progettazione della visita guidata e dell’attività laboratoriale permettendomi di mettere in pratica le capacità maturate durante i miei studi accademici.
È stata una grande emozione assistere all’intero sviluppo della mostra a partire dall’allestimento delle opere, la preparazione delle visite e l’inaugurazione, per concludere con l’attività per le famiglie per la quale ho contribuito. Molto formativa è stata inoltre la possibilità di seguire alcuni itinerari didattici proposti per le scuole e di partecipare alla vita del museo sia all’interno delle sale che all’accoglienza dei visitatori.
Un’esperienza a 360 gradi all’interno di una realtà museale torinese molto propositiva che mi ha permesso di avventurarmi concretamente nel mondo del lavoro. Per questo ringrazio la Fondazione, il Direttore, tutto lo staff e il personale che mi ha accompagnata in questo bellissimo e ricco percorso.

Agnese Marisa Medana
Dalla Sorbona a Torino: uno stage di respiro internazionale
Mi chiamo Agnese e studio Storia dell’Arte alla Sorbona di Parigi. Essendo torinese, per me è stata una grandissima opportunità svolgere uno stage presso la Fondazione Accorsi-Ometto, un vero e proprio tesoro nel cuore della città. Durante il tirocinio mi sono immersa nelle suggestive sale museali e ho potuto conoscere a fondo le numerose opere esposte. Le mie tutor, Giusy e Laura, mi hanno seguita e supportata durante l’intera esperienza, affidandomi i compiti più adatti al mio percorso di studi; tutte attività che mi hanno permesso di unire le mie competenze storico-artistiche alla conoscenza della lingua francese. Ho dunque approfondito lo studio delle Arti Decorative del XVIII e XIX secolo, campo artistico che non conoscevo molto, e ne sono rimasta totalmente incantata.
Ho potuto inoltre osservare da vicino la gestione delle sale del museo, dall’organizzazione delle visite guidate fino agli aspetti più tecnici e pratici. Quando mi trovavo nelle sale, mi hanno incentivata a confrontarmi con i visitatori, soprattutto quelli francofoni, esponendo le nozioni acquisite.
È stata dunque un’esperienza formativa completa grazie a tutto il personale museale, a partire da chi lavora negli uffici fino ai volontari nelle sale espositive. Ogni persona al Museo mi ha accolta, supportata ed era pronta a rispondere ad ogni mia curiosità.
È stato il primo tirocinio curricolare del mio percorso universitario e l’unione della disponibilità del personale e della magnificenza della collezione ha reso questa esperienza unica, piacevole e stimolante.

Arianna Tavaglione
Un progetto didattico dalla A alla Z
Ciao, sono Arianna e frequento il corso di “Arti Visive” presso l’università di Bologna. Ho svolto il tirocinio curricolare alla Fondazione Accorsi-Ometto tra marzo e maggio 2022. Avevo interesse a intraprendere un percorso nell’ambito della Didattica museale, disciplina che in Università ho affrontato solo dal punto di vista teorico e che al museo ho finalmente sperimentato dal punto di vista pratico. Grazie alla mia tutor, ho imparato cosa vuol dire progettare un percorso didattico per le famiglie, ho potuto contribuire a realizzare un’attività laboratoriale e alla fine ho visto tutto questo messo in opera: un lavoro che mi ha dato molta soddisfazione. Inoltre ho partecipato alle svariate attività rivolte alle scuole e alle visite online scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo e, soprattutto, ho avuto la fortuna di vedere una mostra prendere vita, dall’allestimento fino all’inaugurazione: questo ha reso la mia esperienza al museo unica.
Consiglierei lo stage alla Fondazione Accorsi-Ometto? Assolutamente sì!

Roberta Amato, Giorgia Zavettori, Riccardo Tombolato, Alessandro Caracausi
Un PCTO per “aprire la mente, ampliare la conoscenza”
Siamo quattro studenti all’ultimo anno dell’indirizzo tecnico turistico dell’istituto B. Vittone di Chieri. Abbiamo svolto la nostra esperienza di PCTO da ottobre 2021 a febbraio 2022 presso la Fondazione Accorsi-Ometto a Torino.
L’esperienza presso la Fondazione è stata bellissima, ma soprattutto utile per le capacità e nozioni che durante il percorso abbiamo appreso e che sicuramente ci torneranno utili in futuro. In particolare, ci siamo occupati di: catalogazione dei libri all’interno della biblioteca, supporto alle attività didattiche e accoglienza al pubblico nelle sale museali.
Siamo grati della disponibilità del personale in tutti i momenti passati all’interno del museo, nel quale abbiamo incontrato un ambiente lavorativo accogliente e coinvolgente che ci ha permesso di scoprire nuove professionalità, aprendo la nostra mente e allargando la nostra conoscenza.

Giulia Sferrazza
Chi dice che fare ricerca non sia divertente?
Ciao a tutti! Sono Giulia, e frequento il corso di “Archeologia e Storia Antica” presso l’Università degli Studi di Torino. Nel 2019, tra ottobre e novembre, ho svolto il tirocinio presso la Fondazione Accorsi-Ometto. Ho visitato il Museo, da grande appassionata di Settecento, nel 2017 e da allora me ne sono innamorata. Un gioiellino nel cuore di Torino. Sala dopo sala si viene catapultati – davvero – in un altro mondo e non c’è cosa più bella che camminare tra la Storia nel silenzio più assoluto, da soli, a porte chiuse del Museo.
Nel corso delle 150 ore, ho dapprima avviato l’attività di ricerca archeologica e storico-artistica in merito ad alcune sculture presenti nel portico e lungo le scale del Museo. La Fondazione, infatti, vanta meravigliose opere antiche (in particolar modo della prima età imperiale romana), medioevali e rinascimentali. Successivamente ho realizzato le schede di ciascuna opera, caricandole sia sulla piattaforma Google Arts and Culture, che sul sito della Fondazione. Altre, interessanti, attività si sono susseguite: dalla traduzione in inglese del sito ufficiale alla messa in ordine della biblioteca e alla catalogazione di alcune riviste della stessa.
Ho svolto tutte le attività nella più totale serenità e questo è stato possibile grazie a tutti i professionisti che qui lavorano: persone stimolanti, gentili, divertenti, sempre pronte ad aiutarti e ad insegnarti tutta la conoscenza che è in loro possesso. Ci tengo a ringraziare in particolar modo il dott. Alberto Tosa…un capo perfetto!
E un grazie anche a Giusy, Laura e i preziosi consigli della prof.ssa Riccomini.

Margaret Sgarra
Il museo visto dall’interno
Ho svolto il mio tirocinio curriculare presso la Fondazione Accorsi-Ometto nel periodo di settembre-ottobre 2019. Mi è stato proposto di svolgere il tirocinio in relazione alla Didattica museale, in modo che fosse attinente alle discipline di cui mi sono occupata in precedenza. Mi è stata data la possibilità di occuparmi del percorso didattico rivolto alle famiglie e, supervisionata dalla mia tutor, di progettare l’attività laboratoriale legata alla mostra temporanea in corso al fine di metterla, poi, in pratica. Questo mi ha permesso di apprendere come funziona la progettazione didattica, come si crea un percorso di visita dedicato alle famiglie e realizzare un laboratorio didattico all’interno di museo, acquisendo così nuove competenze. Inoltre, sono stata coinvolta ed ho potuto assistere a tutte le attività didattiche che sono state svolte nel mio periodo di stage: come ad esempio le visite guidate o le attività rivolte alle scuole. Grazie a questo breve periodo formativo, ho avuto modo di comprendere maggiormente e di vedere con i miei occhi come un contesto espositivo non sia solo quello che viene “messo in mostra”, ma tutto il lavoro che viene fatto all’interno e che rende possibile l’esposizione e le attività a esso correlate.

Simona Tarditi
Organizzare una biblioteca
Ho svolto il tirocinio formativo al Museo di Arti Decorative Fondazione Accorsi Ometto fra luglio e agosto 2019: il mio compito è consistito nel riordinare e catalogare i testi della biblioteca e nel prestare accoglienza ai visitatori; ho altresì avuto l’opportunità di cimentarmi in una visita guidata affiancata dalla mia tutor.
Tutto il personale è stato fin da subito cordiale e disponibile, mi sono sentita immediatamente a mio agio. Non posso che considerarla una piacevole esperienza che mi ha permesso non solo di entrare in contatto con le diverse mansioni presenti all’interno di un museo, ma che mi ha fatto per di più conoscere una realtà come quella di una Fondazione, piccola, ma in continuo movimento, con la volontà di migliorarsi ogni volta e di organizzare attività stimolanti per i visitatori, dai più piccoli agli adulti, dalle famiglie alle scuole.
È un museo che merita di essere maggiormente conosciuto e visitato. Pur essendo una piccola realtà all’interno dell’ampia proposta torinese, offre la possibilità di scoprire piccole curiosità e grandi personalità della storia artistica piemontese e non solo, oltre che meravigliare per la bellezza delle sale e la quantità di oggetti così appassionatamente raccolti negli anni da Pietro Accorsi e da Giulio Ometto.

Federica Tarasco
La ricerca e lo studio delle collezioni
Sono Federica, studio storia dell’arte all’Università degli studi di Torino e ho svolto il mio tirocinio, tra ottobre e novembre 2018, presso la Fondazione Accorsi-Ometto.
Il clima vivace e frizzante dell’Ufficio ha reso molto piacevole la mia permanenza presso il museo e trovarsi a lavorare a contatto con personalità giovani e formate sicuramente ha aiutato ad avere momenti di confronto e di scambio reciproco. La collaborazione con la nascente attività di catalogazione, promossa dal responsabile catalogazione dott. Alberto Tosa, mi ha permesso di entrare in contatto diretto con il ricco patrimonio museale della Fondazione.
L’esperienza vissuta può essere suddivisa in due momenti: il primo costituito dallo studio delle sculture, da me catalogate, supportato da una visita guidata in museo per poter conoscere meglio il loro contesto; il secondo, invece, è stato caratterizzato dall’analisi storico artistica dei manufatti, avvenuto grazie al ricco patrimonio librario presente in museo.
Il tirocinio non è stato solo lavoro, ma anche occasione per conoscere persone fresche e divertenti all’interno della Fondazione, che porta con sé un grande pezzo della storia collezionistica torinese. È stata un’esperienza unica che è riuscita a sfatare qualsiasi pregiudizio sull’attività lavorativa, facendomi scoprire la bellezza del mondo della catalogazione e la possibilità di un’immersione a 360° nell’opera d’arte. Sono stata piacevolmente seguita e supportata, aiutata e spronata all’analisi e allo studio. In poche parole, lo rifarei subito!!!

Erika Lo Schiavo
Salto nel “dietro le quinte” di un museo
La Fondazione Accorsi-Ometto mi ha sempre incuriosito: tantissime attività e tesori stupendi all’interno. Ma all’inizio del mio percorso di laurea magistrale in storia dell’arte, non avrei mai pensato che sarei finita proprio lì a svolgere la mia attività di tirocinio! E non poteva capitarmi di meglio: ambiente stimolante, persone dinamiche e gentili e attività interessantissima.
Nel corso delle 150 ore, ho passato la maggior parte del tempo negli uffici ma il lavoro è stato tutt’altro che noioso. Trovarsi all’interno di un museo ti permette di avere un contatto immediato e diretto con le opere di cui ti occupi e credo che questa sia la condizione ideale per svolgere un tirocinio curriculare in storia dell’arte.
Il lavoro è stato suddiviso in due fasi.
Durante la prima, mi sono occupata della raccolta dei dati relativi ad una selezione di 161 opere all’interno del museo, creando così una sorta di carta d’identità delle suddette opere. Questi dati sono poi stati pubblicati sul sito di Google Art Culture.
Nel corso della seconda fase, mi sono invece confrontata con un lavoro di ricerca di informazioni più specifiche relative alle opere in questione, approfondendo così l’origine e l’ambito di realizzazione, naturalmente dove possibile. Questo mi ha permesso di scoprire elementi molto interessanti in merito al gusto, la moda e i caratteri generali che più definiscono il periodo settecentesco e ottocentesco. Gli ambiti di maggiore riferimento sono stati il Piemonte e la Francia.
Posso quindi dire di essermi confrontata con un lavoro sia di osservazione che di rielaborazione che è poi sfociato nella redazione di schede informative. Cogliere i dettagli delle varie opere e apprezzare la diversità di ogni oggetto “toccandoli con mano”, è davvero un esercizio che cambia il tuo modo di approcciarti alle arti decorative.
A volte, si sottovaluta l’importanza del lavoro “dietro le quinte” di un museo e questa è stata senza dubbio un’occasione per venire a contatto con una realtà che è invece ricchissima di sfaccettature ed estremamente complessa. Inoltre, ho potuto approfondire i due secoli che più mi affascinano: il ‘700 e l’800.
Infine, non posso evitare di dire che, con Alberto, tutor disponibile e comprensivo come guida e una squadra di responsabili attivi e in gamba come Giusy, Laura e Luca, questo “salto nel tempo” di 150 ore si è affrontato ogni giorno con entusiasmo e buonumore!

Chiara Albanese
Le Arti decorative: quando arte e storia si intrecciano in un unico manufatto
Ho svolto uno stage di formazione tra il 21 maggio ed il 20 giugno 2018 presso il meraviglioso Museo di Arti Decorative. Dimenticarsi di un posto così bello è pressoché impossibile, sia per un visitatore che per una giovane stagista come me. Lì, in prevalenza, mi sono occupata di catalogare alcuni preziosi e piccoli oggetti, per la maggior parte collocati nella cosiddetta “Galleria degli Argenti”, la seconda sala del percorso museale. Si tratta di una sorta di “scrigno” che custodisce diverse tipologie di tabacchiere, bombonniere, astucci, carnet, porta-profumi e molto altro ancora. Giorno dopo giorno, oggetto dopo oggetto, ho scoperto l’affascinante mondo delle Arti decorative, dove arte e storia si intrecciano in un unico manufatto. Lavorare a fianco allo staff del museo mi ha permesso, inoltre, di scoprire alcuni aspetti fondamentali del mondo lavorativo, tra cui il lavoro di squadra, lo spirito d’osservazione, la gestione delle tempistiche richieste e la precisione tecnica. Il confronto e la consultazione di libri o testi digitali ha, inoltre, incrementato in modo considerevole il mio bagaglio artistico culturale. Infine, la mia esperienza di stage si è conclusa sperimentando anche il ruolo di operatore museale durante l’inaugurazione di una nuova mostra. In primo luogo, mi ritengo soddisfatta dei piccoli, ma per me grandi, progressi raggiunti nell’ambiente museale, inoltre, ringrazio poi il mio tutor, il Dott. Alberto Tosa, e tutto il resto dello staff, per avermi così piacevolmente coinvolta nel loro mondo fatto di professionalità e passione per l’arte, in tutte le sue forme. Ringrazio anche il presidente della Fondazione Giulio Ometto (che ho avuto il grande piacere di conoscere). La Fondazione Accorsi-Ometto, non è solo un museo di arti decorative in cui è possibile ammirare, come citato dal posto stesso, “il mobile più bello al mondo”, è anche Famiglia, un posto dove la profonda conoscenza dell’arte convive assieme ad un piacevole clima d’amicizia. Ed è proprio grazie a tutto questo, che il mio stage formativo si è trasformato da semplice attività extra-scolastica… in esperienza professionale per il futuro.

Daniele Lekaj

Ivan Nicola
Lekaj Daniele e Nicola Ivan raccontano la loro esperienza di alternanza scuola-lavoro
Abbiamo iniziato questo progetto di alternanza spavaldi, ma senza sapere quello che ci aspettava. Conosciuto il nostro compito, ci siamo messi subito all’opera.
Il nostro compito consisteva nel catalogare riviste riguardanti il mondo dell’arte su Excel, per facilitare le ricerche future degli interessati agli argomenti trattati nelle medesime riviste. Oltre ciò ci dovevamo occupare di sorvegliare e accompagnare i visitatori all’interno della mostra e alle tavole.
Questi lavori inizialmente ci sono risultati un po’ ostici poiché non li avevamo mai affrontati prima; man mano che le giornate susseguivano abbiamo iniziato a svolgere i compiti a noi assegnati in maniera più fluida.
Fin da subito abbiamo conosciuto i nostri “colleghi” instaurando immediatamente un bel rapporto. Ogni tanto, durante i nostri brevi ma piacevoli riposi, abbiamo imparato a conoscere meglio il resto del personale scoprendo persone molto piacevoli e simpatiche, che non ci hanno mai negato un aiuto in caso di difficoltà e con le quali a volte ci scappava anche qualche battuta.
Nel weekend, precisamente sabato 2 febbraio, abbiamo aiutato Laura che accompagnava all’interno del museo un gruppo di non vedenti; noi avevamo il compito di seguire questi ultimi e di porgere loro gli oggetti che Laura illustrava verbalmente, in modo che i visitatori potessero capire attraverso il tatto l’entità di questi oggetti. E’ stata una bella esperienza poiché abbiamo lavorato a un progetto inusuale, ma molto interessante con persone stupende, che ci ha permesso di sviluppare contatto con un mondo estraneo, fino ad ora, alla nostra normale routine.
Al termine della nostra esperienza abbiamo imparato un po’ meglio cosa significhi trovarsi nel mondo del lavoro, un mondo duro, ma che con le giuste persone può risultare anche molto piacevole e gratificante. Inoltre abbiamo appreso come instaurare, tra di noi o anche con gli altri “colleghi”, un ottimo gioco di squadra dividendoci i compiti.
Un ringraziamento speciale va a tutto il personale e a tutti i volontari che ci hanno sempre seguiti e rese queste due settimane molto costruttive per il nostro futuro.

Elena Pilittu
Fare parte di una squadra
Mi presento, sono Elena Pilittu, ho 19 anni e frequento l’Istituto tecnico economico Bosso-Monti. Nel corso del biennio 2017-2018 ho avuto la fortuna di svolgere più volte l’alternanza scuola-lavoro presso il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto.
In queste occasioni ho avuto modo di crescere culturalmente poiché il Museo, oltre alle sale museali, ospita regolarmente diverse mostre temporanee durante le quali ho potuto effettuare le mie ore di stage. Esse sono state: “Dal Futurismo al ritorno all’ordine, “La giornata di una signora”, quella dedicata all’opera di Giò Pomodoro, ed infine “Cesare Ferro Milone. La magia del colore tra Torino e Bangkok “.
Nel corso del tirocinio, ho svolto diverse attività: l’assistenza nelle sale, il riordino della biblioteca e dell’archivio fotografico ed infine la creazione di una guida cartacea nella mia lingua madre, lo spagnolo; tutte attività cui ho dedicato tanto impegno, ma fortunatamente sono sempre stata accompagnata e supervisionata dalle mie tutor, Giusi e Laura.
È stata una bellissima esperienza, mi sono sentita parte di una grandissima squadra e ammetto che, se avessi potuto fare altri stage quest’anno, ci sarei ritornata ancora molto volentieri.

Yassir Naanani

Francesco Ferro
Due settimane al Museo
Yassir Naanani e Francesco Ferro, studenti dell’I.I.S. “Peano”, sono stati nostri ospiti per due settimane come progetto di alternanza scuola-lavoro. Abbiamo chiesto loro di dare un’opinione sull’attività.
È appena finito il vostro periodo di stage alla Fondazione Accorsi-Ometto, è stata la vostra prima esperienza di questo tipo?
Questo che abbiamo frequentato qui, alla Fondazione, è stato il nostro primo vero e proprio stage formativo. Non si direbbe, essendo noi ragazzi di quarta superiore, ma, fra attività di vario tipo, l’anno scorso non abbiamo frequentato nessuno stage.
Conoscevate già il museo prima dello stage?
Ammettiamo che non avevamo mai sentito parlare del museo, ma quando la prof. ci ha proposto quest’attività ce ne ha parlato un po’ e ci ha convinti. Ci ha parlato del maestoso cortile del museo e infatti il primo giorno pure noi ne siamo rimasti colpiti.
E, a proposito, com’è stato il primo giorno per voi?
All’inizio eravamo leggermente in ansia, è pur sempre un ambiente completamente nuovo, ma una volta entrati e appena conosciuta la guardia giurata, ci siamo sentiti molto più sicuri.
Ci è stato offerto un breve giro del museo, che ci ha permesso di osservare la collezione di oggetti di uso quotidiano di epoca settecentesca, le tavole imbandite (apparecchiate nel lusso, c’erano le posate d’oro) e la mostra temporanea di Enrico Reycend, pittore torinese di fine ‘800 che per lungo tempo – e ingiustamente – è caduto nel dimenticatoio e che ora è stato riportato alla luce. Abbiamo poi fatto un secondo giro del museo per osservare i sistemi e le uscite di sicurezza. Una volta terminati i giri abbiamo conosciuto tutto lo staff degli uffici, che ci è fin da subito apparso molto accogliente. Poi è iniziato il lavoro.
Che lavori avete fatto?
Il nostro primo lavoro consisteva nel rimettere in ordine la biblioteca del museo, dato che alcuni scaffali erano un po’ disordinati e qualche libro era da rimettere al suo posto. Il lavoro più grosso, però, riguardava la catalogazione di una raccolta di riviste. Siamo partiti con l’inserimento di alcuni dati mancanti, passando alla ricatalogazione e poi al riordino delle riviste. È stato un lavoro che ci ha portato via diversi giorni, ma per certi aspetti è stato anche quello più attinente al nostro indirizzo di studio, liceo scientifico con opzione scienze applicate. Oltre a questi lavori da ufficio abbiamo anche aiutato i volontari del personale del museo, assistendo i visitatori. L’assistenza consisteva in sorvegliare l’area della mostra, accogliere i visitatori all’ingresso e talvolta accompagnarli all’area delle tavole, essendo collocata in una sala non accessibile senza l’accompagnamento delle guide.
E per il pranzo?
I primi giorni abbiamo comprato da mangiare nei dintorni, ma poi abbiamo deciso di portare il nostro pranzo da casa e di fermarci a mangiare con il resto del personale del museo, che ci ha gentilmente ospitati pure per i pranzi.
Cosa vi è piaciuto maggiormente del museo?
Sicuramente l’accoglienza e anche il fatto che sia un museo di dimensioni modeste: ci si ambienta molto in fretta e abbiamo notato comunque un grande affiatamento nell’ufficio. È davvero un bell’ambiente.
Cosa invece di meno?
Il fatto che forse il museo non è molto pubblicizzato. È un peccato perché secondo noi meriterebbe più visibilità.
Quali competenze sentite di aver acquisito durante lo stage?
Abbiamo imparato meglio a dividerci un lavoro per velocizzarlo, migliorando la nostra organizzazione. Inoltre, siamo riusciti anche a costruire un programma in maniera da distribuire equamente il lavoro su tutta la giornata e la settimana. Per Francesco è stata anche la prima esperienza in ambiente lavorativo. Abbiamo anche imparato a relazionarci con persone con anni di esperienza nel mondo del lavoro.