Ritratto di profilo del Marchese di Moncrivello

  • N. Inventario: SC49
  • Autore: Antonio Bisetti (Bocca, ? – Roma 1871)
  • Datazione: terzo quarto del secolo XIX
  • Materiale: Bronzo
  • Dimensioni: diam. cm 19

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Il tondo in bronzo presenta a bassorilievo un profilo volto a sinistra, in tenuta militare con mostrine; sul petto è appuntata  la croce da Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Il busto reca inciso, in basso appena sotto l’alamaro, il nome dell’autore del bronzetto, A. Bisetti. Chi sia invece il personaggio ritratto non è purtroppo così facilmente deducibile, sebbene una scritta coeva, posta in alto sulla cornice in radica, ci fornisca l’indizio decisivo: “Le Marquis de Moncrivel – grand Veneur de S.M. le Roi Charles Albert”.

Durante il regno di Carlo Alberto a ricoprire tale carica fu Carlo Aleramo Del Carretto di Gorzegno e Moncrivello (1793-1866), così come si deduce da una nota di un volume scritto da Giovanni Olivero del 1858, intitolato  Memorie storiche della città e marchesato di Ceva dell’arciprete Giovanni Olivero. Nelle prime pagine del cap. LXV, dedicato al soggiorno del Papa Pio VII a Ceva (CN), si legge come gli oggetti usati dal Pontefice furono conservati “dal compitissimo gentiluomo Carlo Aleramo Del Carretto di Gorzegno, Novello e Moncrivello, Gran Cacciatore e Gran Falconiere, Commendatore dell’Ordine de’ Santi Maurizio e Lazzaro” (Olivero 1858, p.322, nota 1). Il marchesato di Moncrivello nasce nel 1565, quando Emanuele Filiberto donò al capitano di ventura Cesare de Mayo il castello e il feudo di Moncrivello; nel 1692 il castello fu acquistato dai marchesi Del Carretto Gorzegno, che ne ereditarono anche il titolo. Durante il regno carloalbertino furono molti della famiglia a ricoprire cariche pubbliche presso la Corte sabauda, ma solo Carlo Aleramo fu anche “grand veneur” di Corte. 

L’artefice del bronzetto, Antonio Bisetti, fu abile scultore piemontese. Nato a Bocca, in Valsesia, compì i primi studi a Varallo (1828-29), per poi spostarsi a Torino e successivamente a Roma, dove fu allievo di Carlo Finelli, artista della cerchia di Antonio Canova. Rimarrà comunque costantemente in contatto con Torino e il Regno sabaudo: numerose sono infatti  negli anni le partecipazioni alle esposizioni di Torino della Promotrice di Belle arti, che gli fruttarono commissioni importanti, tra cui il San Giovanni Evangelista fuori della chiesa di San Massimo (Canavesio 2012, pp. 351-361), un busto di personaggio illustre già conservato presso l’Armeria reale (Rivista europea 1844, p.764) e diverse opere conservate a Vercelli, tra cui un monumento eretto alla memoria della contessa Marianna Buronzo di Asigliano (Dionisotti 1861, p.70).