Testa di Eros

  • N. inventario: SC96
  • Autore: Scultore romano
  • Datazione: I secolo d.C.
  • Materiale: marmo greco a grana medio-grossa
  • Dimensioni: 14 x 19 x 12 cm 

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Proveniente da Villa Paola, la residenza di Pietro Accorsi, la piccola testa – ora murata nel portico del Museo assieme ad altre opere – raffigura un bambino o, più probabilmente, il piccolo dio Eros. Purtroppo, l’avanzato stato di corrosione della superficie marmorea – dovuto alla prolungata esposizione all’aperto – non consente di ricostruire le fattezze del volto.

Si può comunque tentare un discorso solamente a partire da un’analisi attenta e dettagliata della capigliatura e di ciò che rimane visibile del volto: le guance paffute, la morbidezza della linea del mento, il profilo tondeggiante del viso e l’acconciatura a riccioli, raccolti in un ciuffo centrale da cui ha origine una treccia che attraversa in senso longitudinale la testa, sono caratteristiche tipiche del volto di un bambino. Più approfonditamente, si tratta di una acconciatura in uso nell’antica Grecia sin dalla seconda metà del IV secolo a.C. in riferimento a figure di bambini divini. Si veda il confronto con l’“Eros con l’Arco” di Lisippo, realizzato tra il 338 e il 335 a.C. per il santuario di Tespie in Beozia. All’epoca del Medio Ellenismo, inoltre, rimanda una serie di ritratti infantili di Eros o di piccoli bambini, spesso colti in un’espressione felice e sorridente. Numerose copie romane riproducono il gruppo statuario.

La quasi totale assenza dell’uso del trapano consente di datare l’opera al I secolo d.C.