Sostegno di Statua Dionisiaca

- N. inventario: SC139
- Autore: Scultore romano
- Datazione: seconda metà del II – inizio del III secolo d.C.
- Materiale: marmo della Val Varaita
- Dimensioni: 101 cm (altezza) x 22 cm (diametro)
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Il manufatto è un alto ed elegante sostegno a forma di tronco d’albero, decorato con una pelle di capro che pende dalla sommità e con grappoli d’uva e un serpente che si avvolge attorno al tronco nella zona inferiore. Il tema rimanda al thiasos (corteo) dionisiaco, i cui membri più importanti sono le Menadi, i Satiri e i Sileni, figure a metà tra gli uomini e gli animali selvaggi.
Il sostegno doveva verosimilmente appartenere ad una statua di dimensioni pari al vero, che doveva appoggiarvisi con il gomito sulla parte superiore. Un confronto più vicino rimanda al “Dioniso in riposo”, una copia romana di un originale greco di tipo prassitelico del IV secolo a.C. oggi esposta a Woburn Abbey, nel Bedfordshire. Il frammento piemontese, invece, dovrebbe essere più tardo: l’uso insistito del trapano nella resa dei grappoli d’uva e la resa stilistica più che plastica consentono una datazione al II-III secolo d.C. Inoltre, nel sostegno torinese la pelle di cerbiatto della statua di Woburn è rimpiazzata con quella di un capretto, attributo che si ritrova frequentemente nell’iconografia del dio Pan e di quella dei Satiri.
La statua va, probabilmente, connessa all’arte piemontese romana della media età imperiale. L’uso del marmo della Val Varaita (Cuneo) potrebbe suggerire una probabile provenienza dal sito di Pollentia, l’antica Pollenzo, che ha restituito una moltitudine di elementi architettonici e scultorei realizzati con lo stesso marmo (ad esempio il rivestimento esterno dell’anfiteatro, il più grande tra quelli noti delle città romane piemontesi). Questa indicazione consente di ipotizzare la presenza in situ di una attiva officina artistica collegata allo sfruttamento delle cave locali.